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Volunia vs. Weblin

Se avessi avuto ancora qualche dubbio, l’invito, apparso su Facebook, di guardare su Volunia la partita Italia-Inghilterra me lo ha tolto definitivamente.

Invito Volunia

l’invito a seguire su Volunia la partita Italia-Inghilterra agli Europei 2012

Solo che Weblin era più simpatico. Si, perché la similitudine tra Volunia e Weblin, che avevo intuito prima che venisse accettata la mia richiesta di entrare in Volunia, prima che potessi sperimentarla direttamente qualche settimana fa (quando finalmente la mia richiesta, dopo parecchi mesi, è stata accolta, proprio in quei giorni in cui Marchiori consumava il suo strappo), si conferma nell’uso di Volunia che viene proposto. Non so se ci sia o se ci sarà dell’altro che consentirà a Volunia di caratterizzarsi diversamente (Marchiori accennava a molto altro che non gli è stato permesso di realizzare) ma attualmente sembra di avere a che fare con Weblin redivivo.

i commenti su Volunia

alcuni commenti su Volunia durante la partita Italia-Inghilterra (Kiev, Europei 2012)

Un ambiente un po’ più statico, dicevo, perché su Volunia il ritrovarsi a commentare la partita davanti alla diretta di Rai 1 appare più freddo e troppo ordinato essendo confinato nella sidebar destra dove scorre la chat; in Weblin si respirava un’atmosfera più calda e simpatica per via di quei minuscoli avatar che si muovevano alla base della pagina come tanti omini davanti ad un maxischermo (chi volesse saperne di più, può leggersi su Apogeonline l’articolo che scrissi ormai più di quattro anni fa, nel 2008, quando Weblin apparve improvvisamente sulla

Commenti su Weblin davanti alla pagina di Repubblica.it

scena). L’avventura di Weblin è finita per mancanza di fondi (evidentemente, per varie ragioni, l’impresa della tedesca Zweitgeist si è rivelata insostenibile), Volunia sembra riprenderla, spero con miglior fortuna e spero con un po’ più di quella geniale fantasia che Weblin ci aveva fatto assaporare.

Qwaq Forum: un’alternativa a Second Life per le aziende

(articolo scritto per APOlab, il laboratorio di giornalismo tecnologico online che Apogeonline ha avviato in Second Life insieme all’Accademia Non Convenzionale della Cultura Digitale. Firmato con lo pseudonimo di Pico Miles, ecco il link alla pagina dove l’articolo è stato pubblicato)

Second Life
 è il mondo virtuale tridimensionale più famoso che si conosca, ma non l’unico; sempre più spesso sentiamo di ActiveworldsForterra, Wonderland e di altri ambienti 3D; l’Association of Virtual Worlds ha recentemente pubblicato due documenti in cui vengono censiti e catalogati ben oltre 250 mondi virtuali (magari non tutti tridimensionali alla Second Life) tra già funzionanti e in fase di sviluppo, distinguendone le caratteristiche, le finalità e i destinatari (vengono riportati anche esempi d’uso).

In questo articolo accenniamo a Croquet e a Qwaq Forum, in particolare.

Parliamo di Croquet e Qwaq Forum insieme perché, in effetti, entrambi sono costruiti sulla stessa infrastruttura: Croquet è un ambiente virtuale tridimensionale sviluppato usando Squeak, una delle più importanti implementazioni di Smalltalk (un linguaggio object oriented puro),

Croquet, come anche Squeak, è un ambiente di sviluppo open source cosicché chi voglia, ed è in grado di farlo, può offrire il proprio contributo nello sviluppo dell’ambiente avendo libero accesso al codice sorgente con cui la piattaforma stessa è stata scritta.

A promuovere lo sviluppo di Croquet è un consorzio, all’interno del quale troviamo prestigiose istituzioni universitarie americane (Duke University, University of Minnesota, Carnegie Mellon University, Boston University, UC Berkeley, Stanford University) e importanti aziende (oltre alla stessa Qwaq, Intel, Hewlett Packard, Apple).

È possibile seguire gli sviluppi di Croquet, sia come utenti che come, eventualmente, sviluppatori, registrandosi presso queste due attivissime comunità (Croquet-Developer e Croquet-User).

Croquet si differenzia da Second Life per alcune importanti caratteristiche, la più importante delle quali è l’architettura stessa dell’ambiente, server centrica quella di Second Life, peer-to-peer quella di Croquet.

Da questo breve cenno è già possibile intuire come all’interno di Croquet gli oggetti risiedano sui computer dei rispettivi proprietari, e non su qualche remoto server di un’azienda, con la conseguente totale libertà di disporne come più aggrada.

Tuttavia, nonostante il recente rilascio di Cobalt, definito strumento di browsing di metaversi (basato su tecnologia Croquet) e gli importanti progressi che si sono succeduti in poco più di un anno dall’avvio, Croquet rimane ancora un progetto in fase di sviluppo con evidenti limitazioni soprattutto nell’attuazione delle connessioni, particolarmente difficoltose se ci si collega dall’interno di una LAN, protetta per di più da un firewall (mancano ancora gli strumenti che risolvano in modo automatico e senza richiedere particolari competenze sistemistiche i problemi di interconnessione tra gli utenti). Problema invece completamente risolto in Qwaq Forum.

Ma a differenza di Croquet, di cui conserva tutte le caratteristiche architetturali, Qwaq Forum non è open source; esso è stato prodotto dall’omonima società californiana di Palo Alto partendo appunto da Croquet ma per utilizzarlo è necessario disporre di un abbonamento o acquistarne una licenza d’uso (a meno di non avere un accesso dimostrativo che è pur sempre possibile richiedere via web).

Cosa caratterizza Croquet e ancora meglio il pienamente funzionante Qwaq Forum da Second Life, a parte l’accennata diversità strutturale?

In effetti, i due ambienti presentano delle caratteristiche funzionali che ancora in Second Life non sono state attualmente o pienamente sviluppate; in Qwaq Forum, utilizzato dagli sviluppatori di Croquet per i loro incontri di lavoro, oltre a poter fare quello che normalmente avviene in Second Life, compreso l’utilizzo della voce, è possibile ad esempio, far uso delle webcam, (che è possibile incorporare negli avatar), utilizzare Firefox per navigare su internet come si è abituati a fare dal proprio computer, trasferire dal proprio desktop al Qwaq Forum e viceversa, con la semplicità del drag and drop, documenti di lavoro, fogli di calcolo, grafici, immagini, modelli tridimensionali, presentazioni; condividerli con gi altri utenti, modificarli e farli modificare all’interno dell’ambiente virtuale (si pensi, ad esempio, banalmente e semplicemente alla possibilità di editare un testo in modo sincrono da parte di più utenti).

Tutte cose, insomma, che ancora in Second Life non è possibile fare.

Dopo la notizia della Reuters apparsa all’inizio dello scorso mese di Aprile, in cui si annunciava l’accordo tra IBM e Linden Lab per far girare Second Life sui server interni di IBM, si manifesta all’improvviso l’esigenza nuova da parte delle aziende e delle grandi organizzazioni di disporre di ambienti virtuali da usare come strumenti di collaborazione e apprendimento, sicuri, in grado di girare all’interno dei propri firewall aziendali, a disposizione dei propri dipendenti e business partner o, spingendosi più in là, anche della propria clientela.

In questo senso allora Qwaq, forte anche dei riconoscimenti e dell’attenzione di Intel, e cogliendo in anticipo quest’esigenza, si presenta alle aziende ed alle organizzazioni interessate come una soluzione sicuramente più adeguata e performante rispetto a Second Life, come lo stesso Wall Street Journal riconosce in questo articolo apparso, il giorno successivo all’annuncio della Reuters, in occasione del Virtual Worlds 2008 tenutosi in quel periodo a New York.

Per concludere allora, niente di meglio che fornire qualche indicazione sui costi di Qwaq Forum per un’azienda o un’organizzazione che lo vogliano adottare, a seconda anche delle modalità di fruizione.

Premesso che le modalità di fruizione di Qwaq Forum sono due; collegandosi ai server della società produttrice o installando e facendo girare il software sui propri server all’interno dei firewall aziendali, abbiamo, ad esempio, che nel primo caso, un abbonamento mensile costa per singolo utente da 80 a 30 dollari a seconda del numero di utenti (da 32 a 12 dollari nel caso di istituzioni scolastiche o organizzazioni no profit); nel secondo caso invece ai suddetti costi se ne aggiungono altri, tra cui i più significativi sono senz’altro legati al numero dei server interni del cliente utilizzati per erogare il servizio e il cui costo annuale per server varia dai 15.000 ai 20.00 dollari.

I visionari dell’Association of Virtual Worlds asseriscono che la prossima evoluzione di internet sarà il Web 3D, un web dove i “siti” si trasformeranno in “posti” e dove gli utenti potranno “vedersi” tra di loro, interagire e testare prodotti e servizi in un ambiente 3D. Sarà poi così lontano da venire questo scenario?

Per avere un Qwaq Forum libero, gratuito ed efficiente, ovvero il Croquet futuro, dovremo intanto pazientare per qualche tempo.

Tre centimetri di avatar sulla pagina web

Sembra che Weblin piaccia, e così oggi Apogeonline ha pubblicato un mio  articolo su questo nuovo e inusuale social network. L’articolo è riportato qui a seguire ma per chi volesse leggerlo sul sito di Apogeonline, ecco qui il link all’articolo
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[APOlab] Grazie a Weblin, un plugin da applicare al browser, la visita a un sito diventa occasione di socializzazione con gli altri frequentatori

Premessa. Questo articolo è un prodotto di APOlab, il laboratorio di giornalismo tecnologico online che Apogeonline ha avviato su Second Lide insieme all’Accademia Non Convenzionale della Cultura Digitale. I partecipanti al corso hanno l’opportunità di scrivere un articolo a settimana, uno dei quali viene selezionato per essere editato e pubblicato su Apogeonline. Quello che segue è l’articolo che la redazione di questa testata ha scelto questa settimana. Tutti gli altri sono disponibili sul blog di unAcademy. Poiché la finalità è didattica e i partecipanti non sono professionisti del settore, anche l’apertura dei commenti ai lettori vorrebbe avere una finalità di confronto costruttivo tra autore e lettore.

L’idea di Weblin viene al tedesco Jan Andresen alla fine del 2006 e subito vince l’Innovation Prize Web 2.0 nella categoria Digital Life – new forms of social interaction in the second generation Web. Nel marzo del 2007 l’amburghese Zweitgeist, società produttrice dell’allora omonimo software, annuncia la fine del periodo di beta testing e rinomina il prodotto col più universale e amichevole nome con cui lo conosciamo adesso, Weblin. Nello stesso periodo Zweitgeist annuncia un accordo con Microsoft per rendere disponibile Weblin all’interno di Windows Live Messenger. Nel giugno dello stesso anno, infine, l’italiana Lancia decide di tenere una conferenza stampa sul proprio sito internet utilizzando i piccoli avatar bidimensionali di Weblin.

L’idea consiste nel dotare chi naviga sui siti internet con il proprio web browser (Internet Explorer, Firefox ecc.) di un piccolo avatar 2D. Gli avatar presenti nello stesso momento in uno stesso sito si possono vedere tra loro e parlare, in pubblico o in privato, attraverso un chat testuale che utilizza le classiche nuvolette dei fumetti come metafora. Per fare questo è necessario installare un apposito software e scegliere, al momento della registrazione, il proprio alter ego digitale.Mentre si naviga su Internet, Weblin permette di portarsi dietro da un sito all’altro il proprio avatar, che si materializza sulla pagina ai propri occhi come a quelli degli altri utenti dotati di Weblin. La rappresentazione bidimensionale di ciascuno è capace di sdoppiarsi infinite volte, tante quante sono le finestre o le schede del browser che si aprono durante la navigazione.

Weblin nasce come tentativo di imitare in un ambiente 2D ciò che avviene nei mondi tridimensionali alla Second Life, con l’idea dunque di portare nel mondo bidimensionale parte delle cose che l’immersione in mondi tridimensionali rende possibili. Grazie a Weblin è possibile sviluppare le proprie relazioni sociali così come avviene in Second Life o in una chat su instant messenger, è possibile trovare amici o persone con interessi affini, intrattenersi più o meno amabilmente con loro o scambiare informazioni e opinioni.

Ciò che rende singolare Weblin è tuttavia il fatto che tutto questo avvenga nel contesto di una pagina web, all’interno di una cornice quale possono essere i diffusissimi Internet Explorer o Firefox. A differenza di Second Life o di un instant messenger, il proprio social network non si materializza in un ambiente sociale separato, ma all’interno dello sterminato mondo dei siti web tradizionali. Mentre su un messenger appena entrati si è soli come in un deserto, quando si utilizza Weblin, la possibilità di instaurare rapporti con altre persone è molto più immediata: loro, gli altri avatar, sono già li. Inoltre, fatto non secondario, mentre Second Life e altri ambienti simili richiedono ingenti risorse a livello hardware, forzando spesso il rinnovo del computer e il potenziamento della connettività a Internet, Weblin si accontenta di molta meno potenza e funziona bene anche con una connessione analogica da 56 Kbps.

Altro particolare importante, Weblin consente di mettere in atto in due dimensioni forme di comunicazione sincrone, laddove invece spesso prevalgono forme di interazione asincrona, il tutto senza nemmeno i limiti tecnici attualmente manifestati da Second Life, dove è particolarmente difficile far convivere in uno stesso luogo più di sessanta avatar senza che la comunicazione ne risenta. Per simulare una funzionalità al contrario molto utile dentro Second Life, Weblin mette a disposizione Topcloud, una nuvola di link dalla quale emergono quelli relativi ai siti web più frequentati dagli avatar di Weblin e teletrasportarsi, per mutuare un termine caro a Second Lifer, molto velocemente.

Evidentemente Weblin non rappresenta l’alternativa a un ambiente virtuale tridimensionale, soprattutto se pensiamo alle prospettive che il futuro riserva a tal proposito: è destino che Second Life sia presto affiancato da altri mondi emergenti, costruiti su piattaforme opensource e architetture peer2peer, verso i quali lo stesso metaverso oggi più famoso dovrà probabilmente evolversi. Tuttavia resta un interessante tentativo di dotare la comunicazione sincrona di un’interfaccia grafica e a due dimensioni.

Così già oggi è possibile trovare con facilità avatar Weblin sui siti di Repubblica o del Corriere impegnati a commentare le notizie del giorno. C’è chi usa Weblin per costituire comunità digitali intorno a un blog, a un portale locale per amplificare le possibilità relazionali tra i membri di tali comunità. C’e’ chi usa Weblin per tentare l’approccio all’e-commerce, piazzando sui siti web più frequentati un proprio commesso virtuale con tanto di logo aziendale associato e accogliere così i potenziali clienti. Niente di più probabile che, se questa applicazione prenderà piede, in un prossimo futuro Microsoft, Mozilla e gli altri produttori possano integrare queste funzionalità e potenzialità all’interno dei loro browser.

Weblin

Weblin; è un software (particolarmente leggero e discreto) che una volta scaricato e installato sul prorio computer, permette di avere un proprio avatar bidimensionale che viaggiando da una pagina all’altra di un browser internet incontra altri avatar con cui interagire. Cosi’ un avatar Weblin puo’ ritrovarsi a commentare con altri avatars weblin una notizia sul sito di Repubblica o del Corriere o a dibattere su un qualsiasi blog o semplicemente incontrarsi con altri avatars su qualsiasi sito internet come, ad esempio, questo. Usare un avatar Weblin vuol dire sopratutto avere l’occasione di incontrarsi con altri internauti senza bisogno di usare altri programmi (tipo MSN o GoogleTalk) ma semplicemente continuando ad usare il proprio browser internet (Internet Explorer, Firefox, ecc.) Utilizzando Weblin i saluti, gli scambi di opinioni tra gli internauti, le semplici attivita’ che abitualmente svolgiamo ne risulterebbero estremamente semplificate. Per scaricare Weblin ed installarlo, cliccate semplicemente qui.